Questo blog, non più aggiornato, è l’archivio storico degli articoli del blog Il Macaco, ripristinato dopo la chiusura dell’omonimo social. Manteniamo qui tutti i contenuti pubblicati dai nostri autori negli anni dal 2009 al 2012, come memoria storica di un bellissimo viaggio nella macachità, insieme a tutti gli amici utenti Apple.

Per qualsiasi informazione potete contattarci all’indirizzo info@ilmacaco.com.

Buon tuffo nel passato 🙂


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Giu
2812

No, non vi preoccupate, non vi parlerò di calcio come tutti in questo periodo di Europei.

Lo stadio di cui vi voglio parlare è un luogo molto lontano dall’Italia, ad Atlanta, nello stato americano della Georgia. Un edificio accessibile a pochi, dove tra gli altri server vive una famiglia molto numerosa di…Mac Mini.

Voglio presentarvi MacStadium.

Qualche settimana fa mi aggiravo oziosamente tra le offerte di colocation basate sul piccolo mostriciattolo Apple, che nelle sue più recenti iterazioni, sebbene non paragonabile a uno dei compianti XServe, con qualche piccola aggiunta ha tutto il necessario per diventare un buon server per chi non abbia esigenze eccessivamente elevate. Il concetto di colocation è semplice: tu spedisci il tuo Mac Mini a un provider che lo installa nella propria “farm” insieme ad altri server, dotandolo di un sistema di alimentazione adatto, con gruppo di continuità et similia, e di una connessione iperveloce alla Rete con indirizzo statico, due aspetti che sarebbe estremamente complesso e costoso replicare in proprio.

In alternativa, se non si ha un proprio Mac Mini, è possibile acquistarlo direttamente dalle società che offrono questi servizi.

Sono queste due uniche alternative che, fino ad ora, hanno sempre ucciso sul nascere ogni mia velleità di provare questo tipo di soluzione: infatti a meno di non avere esigenze specifiche, l’idea di investire sull’unghia centinaia di euro in un colpo solo per acquistare il Mini, o per spedirne uno (con i prezzi proibitivi dei corrieri) è chiaramente molto poco sensata, per quanto riguarda le mie necessità e risorse. Leggi il resto »


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Dopo l’annuncio Microsoft del nuovo Surface (che per ora rimane, appunto, solo un annuncio), bloggers importanti e minori si sono subito mossi a valutarne le caratteristiche, tessendone le lodi o, al contrario, criticandone gli aspetti negativi.

Personalmente attenderei che venga messo in vendita prima di giudicarlo, visto che a parte l’estetica e alcune funzionalità, si è visto pochissimo. Per esempio, l’idea della tastiera sottile mi piace molto, sebbene sia utile in situazioni molto rare, ma è quello che mi servirebbe aver dietro sempre per esempio quando prendo appunti in riunione e sembra una soluzione decisamente più “Apple style” di molti accrocchi orrendi di terze parti venduti per iPad.

Fatta questa premessa, c’è un aspetto che però mi sembra importante evidenziare, ed è quello dell’impatto della discesa in campo di Microsoft sul mercato. La vecchia nemica, storicamente, dà il meglio di sé quando pensa a soluzioni innovative senza copiare gli altri (cioè Apple), e nel caso di Windows Phone / 8 e dei nuovi tablet sembra che finalmente si sia messa di nuovo a farlo, a prescindere dalle valutazioni specifiche di merito. Trovo due ragioni per cui un macaco dovrebbe essere contento della scelta di Microsoft: Leggi il resto »


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Giu
1512

Non potendo acquistare un nuovo portatile, ma avendo la necessità di usare più intensivamente il mio vecchio MacBook (white, mid-2007 con Intel Core2Duo 2.0 GHz e 4GB di RAM) rispetto al Mac Mini, per via di un piccolo problema di salute che mi bloccherà ancora per qualche settimana, ho deciso di fare un piccolo investimento e comprare un disco SSD da montare per ora nel MacBook, e in futuro eventualmente in un nuovo portatile, o nel Mini.

In particolare ho scelto il Crucial M4, per l’ottimo rapporto qualità/prezzo e per le mie precedenti ottime esperienze con Crucial. Ero naturalmente consapevole che il controller SATA del mio MacBook, ormai obsoleto, non è in grado di sfruttare appieno le performance di un disco SSD moderno, ma mi ero convinto vedendo alcuni video su Youtube che il gioco valesse la candela.

Per farla breve: è così. La differenza è evidente a occhio nudo, senza bisogno di benchmarks o software di test da super-laboratori. In generale tutto il sistema è più reattivo, molto alleggerito. Ovviamente non vi aspettate prestazioni mostruose in applicazioni e giochi (quelle dipendono più che altro dal processore e dalla scheda video), ma è evidente che i vecchi (e speriamo moribondi) hard disk sono un grosso collo di bottiglia, anche su computer non proprio moderni. Più che credermi sulla parola, vi mostrerò due brevi video fatti molto velocemente (scusatemi per la scarsa qualità delle immagini, ma il problema di salute sovra citato mi ha impedito di montare un’attrezzatura migliore e ho optato per una scrausissima mini-videocamera). Leggi il resto »


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In questi giorni sto testando il noto servizio di VPN TunnelBear, nella sua versione “Giant” da 4,99$ al mese.

Rispetto ad altre VPN che ho provato in passato (per esempio HideMyAss, GoTrusted e molte altre…ho sfruttato tantissimo trial e “money back” 😀 ), posso constatare subito l’ottimo livello prestazionale di TunnelBear. Collegandomi al server UK, infatti, non noto alcun decremento percepibile della velocità di navigazione (anche con video in streaming o su siti come Pandora).

Certo, TunnelBear non offre tutte le possibilità di scelta e personalizzazione di altri concorrenti, o mille server in tutto il mondo, ma il prezzo contenuto e l’immediatezza d’uso sono un punto di forza di questo servizio, per chi si può accontentare di due soli accessi geografici (in UK, appunto, e negli USA, quest’ultimo un po’ più lento per noi italiani per ovvie ragioni di distanza).

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Mag
212

Da buon early adopter, ed essendo il costo molto contenuto, ho voluto testare il servizio iTunes Match da poco disponibile anche in Italia (onestamente causa SIAE, pensavo proprio di dover aspettare almeno un paio d’anni!).

Non ho ancora abbastanza “dati” per poter parlare di un test serio del servizio, ma volevo semplicemente condividere con voi le primissime impressioni, a pelle, avendo io peraltro già provato in passato moltissimi servizi di “cloud musicale”. Leggi il resto »


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Non ho mai avuto un idolo.

Di quelli per cui ci si strappa i vestiti pur di andare ad un loro concerto, o per i quali si urla un inno su spalti affollati. No, mai.

Tranne Steve.

Lui sapeva prendermi per il verso giusto e sapeva tirarmi fuori la volontà di fare le cose. Non so come spiegarlo meglio di così. Quando lo vedevo mi metteva addosso la voglia di cambiare il mondo.

Sono senza parole. Non riesco proprio a mettere in croce due pensieri…

È una cosa strana perché, in fin dei conti, mica lo conoscevo Steve. L’ho solo visto: foto, video, discorsi, keynote… L’ho solo studiato: libri, riviste, interviste… Eppure condividevo con lui un sacco di idee o, meglio, lui le sapeva esprimere così bene che, cavolo!, era impossibile non essere d’accordo.

Sarà proprio per il fatto di essermi sentito d’accordo con lui in varie occasioni, in molti momenti, che a poco a poco è diventato una persona vicina pur nell’immensità di questo mondo, pur nella distanza delle nostre vite.

E ora che non c’è più non dovrebbe cambiare niente. Invece no. Sono confuso.
E mi ritrovo, forse, nelle parole di una poesia di Emily, poetessa a me tanto cara.

The distance that the dead have gone
Does not at first appear;
Their coming back seems possible
For many an ardent year.
And then, that we have followed them,
We more than half suspect,
So intimate have we become
With their dear retrospect.

 

Più di così non riesco a dire. E non volevo neppure scrivere niente per non cadere nella trappola dell’emozione e scrivere cose di cui poi ci si pente o che non abbiano la giusta sensibilità o il rispetto che meritano questi momenti. Poi non ho resistito e mi sono lasciato andare sperando che chi legge saprà capire.




Ott
611

Addio Steve.

Non ti conoscevo, non ero tuo amico, parente o collaboratore, ma sono triste.

Non sono triste perché non ti conoscevo, ma perché ti conoscevo. C’eri tu nei miei Mac, nell’iPhone, nell’iPad. C’eri tu anche in un piccolo mouse o in un’asettica base Airport.

Tu eri l’idea dietro l’innovazione, la follia del saper dire di no, il cuore e il pensiero.

Tu eri Mozart nella sua musica, e oggi il mondo ha perso Mozart. Di nuovo, troppo presto.

Sono triste, ma anche felice, perché tu sei rimasto con noi, in Apple e nelle idee con le quali hai cambiato il mondo. Questo mondo che ora è malato, come eri tu, ma forse grazie a tutti i folli visionari come te, ha in sé il germe per rinascere.

Ciao, Steve.

 


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Come promesso, eccoci qua con l’annuncio che tutto il mondo aspettava e che è arrivato perfettamente in tempo con le previsioni… (siamo in una metà di settembre, no? ) 😀

Sull’home page del Macaco potete ora registrarvi al nuovo sito, ed esplorare lo stato dei lavori. Per evitare di scrivere mille volte le stesse cose, vi chiedo gentilmente, prima di testarlo, di leggere attentamente la breve guida in pdf il cui link vi arriverà con la mail di benvenuto dopo la registrazione.

I posti sono limitati, nel senso che chiuderemo le registrazioni dopo che il numero avrà superato il livello massimo di caos generato sopportabile per una beta non ancora completa delle sue funzioni principali. 😀 Quindi affrettatevi, ma senza correre, noi macachi siamo tranquilli! 😀

Sperando che il nostro lavoro vi piaccia, vi aspettiamo nella nuova casetta in costruzione. 🙂


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Un mese fa, poco prima che il Leone ruggisse (o tossicchiasse, per alcuni 😀 ) sui vostri Mac, vi abbiamo annunciato il cambiamento che sta per investire tutti i macachi che condividono l’avventura di questo sito.

Oggi, proprio mentre vi godete il caldo agostano, le zanzare e il meritato relax nella tranquillità e serenità che contraddistinguono questo momento storico, vogliamo darvi un piccolo aggiornamento, annunciando che verso metà Settembre il nuovo Macaco muoverà i suoi primi passi, entrando in fase di beta privata, accessibile su richiesta a un numero limitato di utenti (a parte alcuni posti riservati ai nostri più fedeli aficionados).

Rilasceremo infatti una prima versione, funzionante anche se non completa, che ci permetterà di testare la robustezza del sistema scelto e la validità delle idee alla base del nostro progetto.

Continuate quindi le vostre vacanze, ma non dimenticate di tornare a visitarci tra un mesetto! 😀


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Il Macaco usa la Forza di WordPress. Template originale d Nofie Iman, ormai pesantemente modificato da Daniele Savi. Il logo nella testata è di Simone Basso.

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