Archivio Giugno 2010

Ogni traccia creata in Logic (sia Pro che Express) ha associato un’icona a scelta tra quelle di default. Ce ne sono tante e coprono gran parte degli strumenti piu’ comuni, ma ovviamente non possono comprendere tutto.

Avete gia’ capito dove voglio andare a parare.

Prima cosa dobbiamo individuare dove si trovano fisicamente le icone originali di Logic. Come spesso accade non sono nel posto piu’ scontato per i macachi, ovvero /Library/Application Support/Logic… o <nome utente>/Library/Application Support/Logic.

Altro posto indicato per contenere queste cose e’ all’interno del bundle dell’applicazione, e infatti abbiamo indovinato: se ci dirigiamo dentro il contenuto di Logic Pro.app le possiamo trovare subito.
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Ieri ho sfrugugliato un po’ nell’archivio proposto dal blog Safari Extensions, in attesa che Apple apra i battenti della sua galleria ufficiale. Il risultato è in figura…se avete altri suggerimenti, sono ben accetti. Se siete in grado di programmare un’estensione per Remember The Milk, vi ordino di farlo. 😀

Aggiornamento: mi sono accorto in ritardo che l’estensione iTunes Online sembra non funzionare. Al suo posto, ho installato NoMoreiTunes. 🙂

Da molto ormai, come sapete, ho adottato la soluzione di usare Chrome come browser principale, per via di alcune peculiarità che lo rendono, a mio parere, più comodo rispetto a Safari: le estensioni, per esempio.

Oltre a queste, però, c’erano anche un paio di piccoli motivi che mi tenevano lontano da Safari, nonostante Chrome soffra ancora di notevoli problemi di stabilità (per esempio non sono mai riuscito a usarlo con WordPress, e ultimamente mi dà molti problemi con il plugin flash).

Visto che Apple ha finalmente deciso di implementare le comode estensioni anche nella sua creatura, in questi giorni di mondiali sudafricani ho pensato di tornare alle origini e tentare di nuovo l’approccio con il browser di mamma macaca (chiunque noti la fantasmagorica battuta tra safari e africa, si merita un pugno di ringraziamento, io me lo tiro da solo 😀 ).
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Come tutti i miei amici sanno, io non amo molto il calcio. Ok, diciamo che abitando vicino allo stadio di S.Siro, mi sbilancio nel dire che un po’ mi infastidisce. 😀
Quando un evento coinvolge la nazione, però, pur essendo io in condizioni normali spiccatamente a-nazionalista, mi trasformo immediatamente in un tifoso, che sia un mondiale di nuoto, di basket, di scherma o anche di calcio.

Come tutti i tifosi, mi piace cimentarmi nelle imprese della squadra di turno…naturalmente tranquillamente seduto davanti al mio schermo! Qui, però, viene il problema: come è noto, su Mac, i giochi di simulazione calcistica latitano parecchio. Non volendo sprecare tanti GB di spazio disco per quell’inutile sistema operativo che è Windows, solo per giocare un mesetto a Fifa, e incuriosito da un articolo letto in Rete, ho voluto provare a installare CrossOver Games.
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Tra poche ore si alzerà il sipario sulla WWDC 2010 e come di consueto anche noi de Il Macaco vi diamo le nostre argute previsioni e qualche rumor neurologicamente instabile.

Ecco quello che secondo noi succederà:
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Nelle scorse settimane ho avuto più volte problemi legati al file sparsebundle che Time Machine crea quando lavora su un disco in rete. In pratica è una speciale immagine disco che viene creata sul supporto di backup e montata sul Mac ogni volta che si esegue la copia di sicurezza. Lo svantaggio è che se questa immagine si corrompe, tutti i dati sono persi, come se fosse rovinato il disco.

Il motivo della corruzione non mi è ancora ben chiaro, forse dipende dal fatto che ho iniziato a usare il disco di backup anche con un altro software per fare copie di sicurezza del PowerBook sul quale è montato Tiger, che non offre Time Machine. In ogni caso, ho provato più volte a riparare lo sparsebundle usando Utility Disco, ma senza successo.

Fortunatamente poi ho trovato questa guida, che voglio condividere con voi, e tradurre per i non anglofoni e i meno esperti.
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Il Macaco usa la Forza di WordPress. Template originale d Nofie Iman, ormai pesantemente modificato da Daniele Savi. Il logo nella testata è di Simone Basso.

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