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Lettera aperta a Steve Jobs
iSimone iCosi
Caro Steve Jobs,
sono un macaco dai tempi dell’iMac G4, uno dei più bei computer della storia dell’informatica, e volevo portarla a conoscenza della mia soddisfazione nell’uso di iPhone. Sì perché l’iPhone, il mio iPhone, si è dimostrato molto robusto.
Un anno fa circa, mentre lo usavo come livella per fissare una mensola sono caduto dalla scala: un bel volo! Cadendo, purtroppo, stavo per sbattere la testa pure contro lo spigolo di un mobile, ma mi sono riparato con la mano che brandiva iPhone… Io non mi sono fatto niente, ma come può vedere l’iPhone riporta i segni di quella ingiuriosa caduta.
Non ci crederà Signor Jobs, ma il Vostro apparecchio funziona ancora perfettamente!
Non bastasse, pochi mesi fa Leo, mio figlio, come di consueto mi ha chiesto di giocare con l’iPhone (lo capisco, spesso avverto anch’io questo istinto). Impostate alcune restrizioni ho acconsentito. Purtroppo non avevo capito che le intenzioni di mio figlio fossero quelle di usare iPhone come fa il suo papà! Quando mi sono accorto che l’iPhone avrebbe dovuto funzionare da navigatore satellitare per il suo triciclo ormai il dispositivo strisciava sul cemento della piazzola, legato alla corda che avrebbe dovuto tenerlo fisso al manubrio. Danni ai pulsanti e strisciatine ovunque, ma…
Non ci crederà Signor Jobs, il Vostro apparecchio funziona ancora perfettamente!
Per non parlare di tutte quelle volte in cui, io mi occupo di edilizia, mi è scivolato dalle mani, anche da impalcature di tre o quattro metri… Impatti su terreni di qualsiasi natura! Crepe ovunque, eppure…
Non ci crederà Signor Jobs, il Vostro apparecchio funziona ancora perfettamente!
Pensavo pure, che essendo un palmare molto sfruttato, i continui cicli di carica entro poco più di un anno mi azzoppassero la batteria. Invece no, dopo un paio d’anni e, stimo, 700 cicli di carica, non ci crederà Signor Jobs, ma il Vostro apparecchio funziona ancora perfettamente!
Credevo che quando Lei presentò l’iPhone stesse scherzando ma “It works like magic” sono le uniche parole per descriverlo.
In una sola cosa non so quanto potrà resistere il mio iPhone, ed è stato Lei a mettermi la pulce nell’orecchio. Quando ha presentato il nuovo firmware, Signor Jobs, mi sono illuso per quasi un’ora di poter dare nuova vita al mio iPhone.
Allo stesso iPhone, vincitore di mille battaglie, adesso farete cadere le prime foglie… è come se per il mio iPhone fosse improvvisamente arrivato l’autunno e come diceva la geniale Emily Dickinson:
The morns are meeker than they were,
The nuts are getting brown;
The berry’s cheek is plumper,
The rose is out of town.
The maple wears a gayer scarf,
The field a scarlet gown.
Lest I should be old-fashioned,
I’ll put a Jailbreak on.
Boom.
Rinnovo i complimenti per il suo incredibile lavoro.
Con simpatia e immutato rispetto.
Un fedele utente Macaco
iSimone
Nota de ilmacaco: questa lettera è stata tradotta in inglese e inviata agli indirizzi conosciuti di Steve. Sapendo che ogni tanto risponde di persona alle email, chissà che non ci mandi un cenno, o un insulto…
16 aprile 2010 alle 09:32
mi hai fatto morire dal ridere….
16 aprile 2010 alle 09:39
@Andy
felice di aver allietato il tuo venerdì…
Comunque la lettera l’abbiamo spedita davvero!
16 aprile 2010 alle 10:05
[...non ci crederà Signor Jobs, ma il Vostro apparecchio funziona ancora perfettamente]
16 aprile 2010 alle 10:15
Bellissima!
16 aprile 2010 alle 11:57
Grazie, grazie… speriamo piaccia anche a Steve!
16 aprile 2010 alle 18:47
…non ci crederà Signor Jobs, ma il Vostro apparecchio funziona ancora perfettamente.
Potrebbe rispondere “è il progresso figliolo”, oppure più prosaicamente “business is business”. Credo che se risponde, Jobs dirà semplicemente “YES”.
Comunque giusto protestare. Ciao
16 aprile 2010 alle 23:16
@Bruno
se, come ipotizzi tu, mi chiamerà “figliolo” ti pago da bere una birra via Paypal!
19 aprile 2010 alle 07:08
e se risponde pure a te “are you nuts?”
19 aprile 2010 alle 08:56
@dataghoul
Qua non si butta via niente…
Comunque, se è un insulto, la colpa sarà tutta de ilmacaco: è stato lui a tradurre la lettera!
19 aprile 2010 alle 10:04
Da Zio Steve anche un insulto è un complimento ahahahah