2809
PowerMacquarium
nytro Mac
Questa è la storia di un giovane uomo che con destrezza e abilità è riuscito a sconfiggere la diffidenza e l’incredulità degli “amiciepparenti” e a realizzare l’irrealizzabile (applausi prego).
ATTO PRIMO
Qualche settimana fa aggirandomi per le stanze di uno dei nostri negozi, il più grande per l’esattezza, dove siamo soliti conservare molteplici macchine che per l’una o l’altra ragione hanno smesso di funzionare e possono essere utilizzate solo come pezzi di ricambio, mi è balenata per la testa una idea straordinaria (non alla Cesare Ragazzi per intendersi). Parlando infatti con un mio collega di questi oggetti ancora funzionanti in parte o almeno utili per poter essere cannibalizzati per portare in vita un altro esemplare della fantastica specie dei “melas morsicatus”, vagheggiavamo su come costruire un MacPro partendo da della componentistica pc a basso costo per raggiungere delle prestazioni degne di nota…insomma degli argomenti scacciafiga o come preferiamo dire in toscana da “non trombanti” a.k.a. “nerd”.
La cosa però mi infastidiva alquanto: perché rovinare la regale componentistica di un Mac e farla imbastardire con le quasi inutili ferraglie che popolano i cassoni dei pc? (Gli integralisti islamici mi fanno una pippa!). Proprio non mi andava giù, se proprio dovevo sacrificare un Mac volevo che lo scopo fosse degno di nota e di plauso degli astanti e non volevo costruire un frankenstein anzi “frankinstin” (citazione di alta levatura culturale) qualunque.
Tornando verso casa il mio amato MacBookPro 15 (si vede che ne vado fiero?) mi indicava la strada da seguire e tra una ricerca su google e l’altra potevo ammirare il lavoro di coloro che da pionieri avevano intrapreso questa via, costruire qualcosa di veramente unico. Il candidato ideale per la realizzazione di cio che avevo in mente era un fantastico MacPro PowerMac G5, che avendo avuto nella sua intensa vita gravi problemi di surriscaldamento, non poteva più essere riparato in quanto la riparazione sarebbe costata quanto il prodotto interno lordo del Burkina Faso. Un oggetto che per lo scopo risultava P-E-R-F-E-T-T-O!
Avevo iniziato proprio con lui, il bel MacPro PowerMac, smontandolo completamente, operazione non difficoltosa che permetteva di ammirare la qualità dell’assemblaggio dei nostri amati prodotti fino a tirare qualche “moccolo” (bestemmia in toscano) perché qualcosa era veramente difficile da smontare tipo il processore,il quale risultava praticamente nascosto sotto un dissipatore da centrale nucleare di Springfield!
La scocca si presentava alquanto leggera a differenza di quando montato ha il peso della portaerei “Uss Eisenhower” e la cosa che eliminava ogni sospetto sulla sua prematura morte erano gli evidenti segni di surriscaldamento sulla scocca posteriore, dimostrazione che aveva lavorato duro ed in pessime condizioni “igieniche”: la polvere in questi casi è molto pericolosa.
Una volta liberato dalla componentistica si trattava di regolare i conti tra me e l’alluminio. Il regale alluminio forgiato per dar vita ad una macchina che nella sua vita era stata pressoché vittoriosa in ogni storico confronto. (un po’ troppo epico quest’ultimo passaggio non trovate…beh andiamo avanti).
Si trattava in effetti di preparare le aperture nella scocca in modo che il contenuto che sarebbe stato ospitato dalla stessa, fosse ben visibile da ogni angolazione senza però snaturare le caratteristiche estetiche della macchina, compito non semplicissimo se non dotati di attrezzature necessarie. Avevo cominciato utilizzando una specie di Dremel e, al momento del taglio della scocca, praticamente il MacPro PowerMac mi aveva fatto una pernacchia e la sottospecie di Dremel si era arresa inesorabilmente; urgevano maniere forti!
Taglio effettuato con seghetto alternativo rigorosamente Bosch (pagare per la pubblicità prego!) ed il risultato era una scocca molto molto rigida, ma comunque leggera, l’ideale per essere raffinata ed adattata per quello che avevo in mente; sarebbe servito solo procurarsi gli accessori giusti e progettare il tutto con l’aiuto di carta e matita e un buon Google sketch-up sul mio fido MacBook che in alcuni momenti era un po’ invidioso delle attenzioni che stavo riservando all’ anzianotto dalla seconda vita.
Dotatomi di lime da ferro di svariate dimensioni e caratteristiche, avevo cercato di raffinare il tutto in modo che lavorarci non rappresentasse un pericolo per le mie mani e anche in modo da raddrizzare i tagli effettuati con il seghetto che, per quanto uno possa essere preciso, non potevano essere perfetti.
Adesso la scocca era svuotata e pronta per poter inserire l’illuminazione che avevo deciso dovesse essere rigorosamente a led, un po’ per la mia anima decisamente “ProGreen” un po’ perche con pochissimo spazio si poteva avere una luce eccellente. Girovagando per i vari negozi di fai da te nella mia pausa pranzo avevo scovato al “Leroy Merlin” (arisponsor?) un “trittico” di barrette a led con tanto di alimentatore che facevano esattamente al caso mio ed oltretutto erano perfettamente Mac like style, direi perfette per lo scopo e molto belle.
Armato della mia attrezzatura da elettricista (come molti uomini sono fanatico degli attrezzi specie se costosi e tecnologicamente avanzati, un po’ come le donne con scarpe e accessori) era impossibile per me fare a meno delle fantastiche forbici presenti nella mia cassetta degli attrezzi e dei miei fidi cacciaviti very professional.
Il risultato finale del lavoro legato all’illuminazione era quello di un’integrazione pressoché perfetta tra i led e la scocca in alluminio, cioè per dirla in breve avevo avuto un culo immenso.
Dovevo far passare i cavi in modo che non si vedesse niente e fermarli alla scocca in maniera invisibile, cosa usare? Silicone? Colla? Mi era venuto in aiuto il fantastico nastro telato della “Saratoga” (e qui con gli sponsor mi compro la Boxster!): piccoli pezzettini di nastro a fermare in maniera invisibile i fili…lo sapete che noi Macachi odiamo i fili, no?
Avevo altre due utenze elettriche da collegare e anche in questo caso nastro e pazienza mi avevano aiutato a non far vedere niente.
Adesso avevo un’ottima illuminazione e non dovevo far altro che progettare al millimetro l’interno in modo da poter sfruttare tutto lo spazio disponibile, avevo diverse idee che poi si sono rivelate non percorribili.
La prima versione del progetto prevedeva l’inserimento di un MacMini nello spazio tra la base del MacPro PowerMac e le aperture laterali; urge risposta alla seguente domanda: ma com’è che in Apple il MacMini entra dappertutto?
Entra preciso sotto ad un Cube, è alto preciso preciso come il blocco alimentazione del Mac, cioè lo usano come riferimento o cosa? Progettano tutto intorno a lui? Bah forse a misurarlo bene l’iMac 27 sono sei mini!
ATTO SECONDO
Comunque questa idea era stata scartata in partenza perchè nonostante fosse decisamente affascinante vedere che quello scheletro di MacPro PowerMac funzionasse o fingesse di funzionare di nuovo, le implicazioni logistiche e tecniche sarebbero state troppe, o meglio avrebbero richiesto un tempo che non ho, per essere realizzate.
Altra fase del progetto prevedeva che per poter accedere all’interno della struttura costruissi un carrellino che portasse fuori il contenuto per far si che si potesse fare la manutenzione ordinaria, cosa difficile visto il peso che il contenuto del MacPro PowerMac avrebbe dovuto sostenere, urgeva dunque una apertura sul cielo della scocca, con la paura di indebolire troppo la struttura.
Il taglio superiore in effetti non si rivelava semplice: sarebbero occorsi una precisione ed uno spazio di manovra che non potevo avere, ho dovuto pertanto sacrificare quello che poteva essere a tutti gli effetti uno sportello di accesso all’interno e realizzarlo in altro materiale sempre color alluminio ovviamente.
Il vetro, realizzato da professionisti nel settore era spendido, avevo preferito non rischiare e presentando loro il progetto al millimetro, lo hanno realizzato con estrema precisione, veramente bravi anche se un po’ scettici sul da farsi, avevo evitato di dire loro che lo avrei realizzavo dentro un mac per il timore che chiamassero l’istituto di igiene mentale più vicino. A meno che non fossero Macachi, non avrebbero capito! Non potevo rischiare che il progetto fallisse!
Ovviamente a questo punto per chi non lo avesse capito dalle prime quindici lettere del titolo trattasi della realizzazione di un acquario dentro un MacPro PowerMac, ma non come di solito si vede su internet con delle vasche con tre pesci rossi, qua si tratta di un acquario tropicale con tutti i crismi del caso, riscaldatore, filtro, pescini vari, fondale, arredo ecc.
Ma continuiamo con il racconto:
Le attrezzature acquistate presso un negozio di acquari, ovviamente, erano state scelte per le dimensioni: si trattava di 28/30 litri di acqua più o meno quindi niente di grosso, ma servivano oggetti efficienti e la scelta è ricaduta su ciò che vedete nella foto seguente, costi relativamente bassi e funzionalità eccellenti.
Prima di poter mettere l’acqua all’interno mi dovevo assicurare che il tutto fosse collegato e funzionante e che avessi tutto l’occorrente per avviare un acquario.
Forse non tutti sanno che un acquario prima di poter ospitare i pesci e diventare un piccolo ecosistema ha bisogno di essere avviato: sul fondo deve essere presente un poco di terriccio apposito e di concime per poter ospitare delle piante, della sabbia la quale deve essere prima lavata accuratamente e poi disposta nella vasca, arredi vari a seconda dei gusti ed infine l’acqua appunto.
Avevo acceso il tutto e dopo aver inserito un liquido per rendere l’acqua di rubinetto adatta alla vita dei pesci e i batteri necessari per il filtro di depurazione, non restava che avviare il motore e far funzionare l’acquario senza pesci per circa quindici giorni.
Il risultato finale era abbastanza scenografico e decisamente accattivante, rimaneva solo di inserire pochi esemplari di pesci che permettessero di rendersi conto delle condizioni dell’acqua.
Una volta terminato l’avviamento dell’acquario e resa l’acqua vivibile per i pesciolini, sono passato al negozio di animali a prendere un po’ degli abitanti del mio regno (ho esagerato un po’ eh?): un pesce puliscifondo, subito soprannominato Dyson, un pesce pulisci vasca chiamato Hoover, quattro pesci neon, e degli altri dei quali non ricordo nomi e soprannomi, un po’ di piantine ed il risultato finale è quello che vedete in queste ultime foto.
Disponibilissimo, a chi vorrà avere maggiori informazioni, a spiegare passo passo il da farsi, procedure, costi ecc.
Enjoy!
28 Dicembre 2009 alle 11:07
Posso solo dire…invidia! 🙂
28 Dicembre 2009 alle 11:41
Fortissimo, Steve ne sarebbe fiero!
28 Dicembre 2009 alle 12:29
Steve ha in ufficio un acquario di 80 metri cubi dove i dipendenti Apple nuotano a turno…
😎
28 Dicembre 2009 alle 14:37
Quanta ram monta? 😀
28 Dicembre 2009 alle 15:06
Allora: monta quattro neon un pulisci fondo ed uno tigrato di cui non so il nome.
Devo dire che la scocca del MacPro è molto leggera ma rigidissima…..spettacolo!!
28 Dicembre 2009 alle 15:30
grandissimo lavoro!!!
complimenti!
è degno alla grande di un instructable!
28 Dicembre 2009 alle 17:02
Quel bellissimo acquario deriva da un PowerMac (visto che è PPC e ha un solo slot per il CD/DVD). I MacPro invece sono Intel e hanno due Slot 😛
Comunque complimentoni vivissimi per la bravura…se sei di Milano quasi quasi mi autoinvito a vederlo 🙂
28 Dicembre 2009 alle 17:07
@Alessandro: è vero, appunto giusto, essendo G5 è un PowerMac. Si vede che il nostro nytro era troppo preso dall’acquario quando ha scritto l’articolo, eheh 😀
28 Dicembre 2009 alle 17:10
Ho lavorato proprio su un PowerMac G5 un paio di mesi fa con MacOSX Tiger Server e ricordo anche io il gran calore che emanava…(sia lodata Intel :P).
Da profano di acquari se fosse stato mio lo avrei popolato di Pesci Pagliaccio come il piccolo Nemo (che è stato prodotto da Pixar che è di Zio Steve…)
http://it.wikipedia.org/wiki/Amphiprioninae
28 Dicembre 2009 alle 17:24
AH AH è verissimo, meno male che lavoro in un Apple Store sennò chissa quali altre ca##ate avrei scritto!
Si per l’esattezza era un G5/1,6/256MB333/80/SD/GF5200/56k almeno cosi’ è scritto sulla scocca, ed è morto appunto per il troppo calore, vedasi segni sul pannello posteriore!
Si ero troppo preso dall’acquario per farci attenzione, allora lo rinominiamo “Power Macquarium” 🙂
Impossibile popolarlo invece di pesci pagliaccio in quanto Nemo così come Dory vivono in acqua di mare come si evince dal capolavoro della pixar, e fare un acquario di mare in 30 litri d’acqua è considerato pescicidio di massa!
Sono di Pisa, ma chi vuole autoinvitarsi o avere altre info mi contatti pure.
Bye
28 Dicembre 2009 alle 17:26
Ora metto delle correzioni, appena riesco a far capire a WordPress che deve eseguire i miei ordini 😀
28 Dicembre 2009 alle 17:32
ecco fatto 😀
28 Dicembre 2009 alle 18:06
In effetti non avevo pensato all’acqua dolce/salata. Si vede che sono un povero SysAdmin senza nessuna conoscenza per gli animali…tranne per i macachi ovviamente 😀
28 Dicembre 2009 alle 18:37
Scopro ora che questo è il 300esimo post del Macaco! Non si poteva trovare un articolo migliore 🙂 Auguri! 🙂 (Verso l’infinito e oltre! 😀 )
28 Dicembre 2009 alle 18:44
Alla grandeeeee!!!!!!!!
28 Dicembre 2009 alle 19:02
Vien voglia di commissionartene uno identico 🙂 complimentissimi per l’idea prima e la realizzazioni poi!
28 Dicembre 2009 alle 22:27
Bellissimo lavoro!!!
E bellissimo articolo!!
Complimenti.
Adesso devi solo stabilire il prezzo di vendita e aspettare che arrivino gli ordini. 😀
28 Dicembre 2009 alle 22:55
Beh a patto di trovare PowerMac o MacPro da cannibalizzare….poverini!!
Dai se qualcuno lo vuole glielo costruisco, che prezzo dareste ad una cosa del genere??
28 Dicembre 2009 alle 22:59
Sinceramente non saprei proprio valutare. Tu quanto hai speso per tutti i pezzi? Senza considerare il case del Mac, ovviamente, non è che uno si compra un MacPro nuovo per fare l’acquario 😛
Comunque io ho un iBook G3 morto (quelli con la scheda logica difettosa, cambiata due volte ma sempre rimorto poveretto :P), dici che un paio di sogliole ci stanno al posto del monitor? 😀
5 Gennaio 2010 alle 2:51
Spettacolare… i miei complimenti! L’ultima foto con il monitor, il mac-acquario e la scrivania, mi ha davvero toccato… viene proprio voglia di farne uno…
5 Gennaio 2010 alle 22:56
Che dire…..grazie mille a tutti per i complimenti e se ne volete fare uno non vi resta che contattarmi.
Un salutone e buon anno….che non mi ero ancora fatto sentire per gli auguri.
Ciauuuzzz!!!
11 Gennaio 2010 alle 12:36
[…] Il Power Macquarium, come avrete già capito dal titolo, è un acquario ricavato dalla scocca di un vecchio Power Mac. Se pensate che sia l’opera di qualche Mac Geek smanettone americano, beh, ci avete preso solo in parte. L’autore di questo gioiellino è effettivamente un Mac Geek smanettone, ma il Power Macquarium porta alto il vessillo del Made in Italy. Lo ha messo a punto il nostro conterraneo Luca, a.k.a. Nytro, recuperando e riadattando la scocca di un vecchio Power Mac non più riparabile. La descrizione della realizzazione la trovate in questo post su ilMacaco. […]
11 Gennaio 2010 alle 13:22
Strepitoso!!Attento che se lo vede la Microsoft ci copia anche questo…dato che sta facendo acqua da tutte le parti!!
11 Gennaio 2010 alle 14:39
Wow… Sto a Pisa anch’io, non è che un giorno ci si può incontrare??? 🙂 Mi ha lasciato davvero senza parole, specie l’ultima foto con il monitor e l’acquario sulla scrivania, uno spettacolo!
11 Gennaio 2010 alle 15:00
Bellissimo il risultato (da macaco apprezzo!) ma solo una domanda (vitale per i pesci): hai messo sabbia del mare in un acquario d’acqua dolce? Voglio sperare che sia ghiaia quella che hai pulito…
Ciao,
Emanuele
11 Gennaio 2010 alle 17:50
@Emanuele
Non è sabbia di mare ovviamente è quanto di più simile esista, in un negozio per acquari, alla sabbia di mare.
Lavata accuratamente e posata sul fondo per dare un po’ di scena al tutto senno a quest’ora erano gia belli che in padella.
Ciauuzz
11 Gennaio 2010 alle 18:59
Anche se mi piange il cuore devo ammettere che hai fatto proprio un bel lavoro!
😉
11 Gennaio 2010 alle 19:03
Perfetto… sai com’è, spesso tanta gente che si diletta in opere simile sconosce gli aspetti base di un acquario e fa soffrire stupidamente i pesci che decide di ospitare.
Mi verrebbe da cercare un case per realizzare qualcosa di simile! 😉
Ciao,
Emanuele
11 Gennaio 2010 alle 23:16
Vorrei essere una pesciolina li’ dentro! E’ bellissimo complimentiii!!
12 Gennaio 2010 alle 9:16
Fantstico! Complimenti!
14 Gennaio 2010 alle 11:21
Ciao,
l’idea è bellissima ed ovviamente sto rosicando. Mi togli però una curiosità? Come pensi di effettuare la manutenzione periodica? Se si rompe il filtro, come farai ad estrarlo in tempo utile inserendo 2 mani ed 1 pinna per evitare che fuoriescano nitriti e nitrati?
14 Gennaio 2010 alle 14:27
Ciao Cyborg JA
La manutenzione la effettuo periodicamente, circa una volta a settimana, tramite il tappo superiore che ho costruito sulla scocca, come tutti gli acquari normali, lascia cosi’ libera tutta la parte superiore della vasca per avere pieno e libero accesso al filtro, al riscaldatore e a tutto ciò che necessita alla buona vita dei piccolini li dentro.
Sarebbe stato impossibile altrimenti
17 Gennaio 2010 alle 23:05
[…] che potete ammirare nell’immagine qui sotto. Sul sito ilmacaco.com, dove Luca collabora, tutta la storia di questa trasformazione ben […]
18 Gennaio 2010 alle 0:34
[…] trovate tutta la storia, tutta italiana, con i particolari della realizzazione di questo PowerMacquarium. var addthis_pub = 'zigorob'; var addthis_language = 'it';var addthis_options = 'email, […]
18 Gennaio 2010 alle 13:23
Anche Macity si è accorto dello strepitoso acquario… ancora complimenti! 🙂
18 Gennaio 2010 alle 13:48
Eh si… segnalato da Tevac, Macity, the Apple Lounge, Una mela al giorno, tutti con link su il Macaco…..Beh son soddisfazioni.
Grazie a tutti.
18 Gennaio 2010 alle 17:56
[…] per la realizzazione dell’acquario HiTech possono essere visualizzati in questa pagina del sito IlMacaco. Se non altro c’è da congratularsi con chi è riuscito ad avere un’idea del genere pur […]
18 Gennaio 2010 alle 18:50
@Nytro: non c’è che dire, complimenti 🙂
19 Gennaio 2010 alle 2:03
Ciao. è davvero stupendo e geniale il tuo acquario!
è troppo chiederti di mandarmi il modellino di sketch-up?
20 Gennaio 2010 alle 17:03
Wow, Fantastico, lo vorrei fare anche io, ho trovato una scocca powermac g5 come la tua a 100,00 euro, mi interesserebbe vedere qualche foto sull’apertura in alto, come l’hai realizzata. Poi secondo te, costi?
Grazie me ne sono innamorato…
23 Gennaio 2010 alle 21:16
ciao sono davide io sono in possesso di una scocca di un mec g5 come quello della foto mi servirebbe spere le misure del foro sul panello removibile e quello della parte fissa e sapere se puoi mandarmi una tua descrizione passo a passo se nn ti e di disturbo e comuque complimenti per l’aquario mio figlio si e innamorato e lo vuole a tutti i costi adesso vediamo come fare per accontetarlo prima possibile ciao e grazie ancora per la risposta
24 Gennaio 2010 alle 0:42
Chiediamo al macaco cosa ne pensa se faccio un tutorial passo passo della realizzazione e lo mettiamo in una sezione a parte in modo che tutti possano usufruirne…..boh è un idea, a rispondere a tutti uno ad uno è un problema di tempo…mio che non ho! Anzi ne approfitto per scusarmi con chi mi ha già fatto numerose richieste e non ho ancora potuto rispondergli.
Oh Macaco illuminaci con la tua saggezza…..tu dimmi che devo fare…e io lo faccio!
24 Gennaio 2010 alle 11:19
@Nytro: certo, visto il successo di questo tuo articolo, sono ben lieto di ospitare il tutorial. Preparalo pure, poi vediamo come inserirlo 🙂
23 Marzo 2010 alle 10:16
Ciao!
volevo avere una piccola informazione…
quel tipo di filtro che usi è rumoroso??
per fare un paragone usa come riferimento il rumore che fa un mac acceso di notte…
Ti ringrazio..
11 Maggio 2013 alle 17:23
[…] più potente della Mela con processori IBM PowerPC G5, può essere osservata a partire da questa pagina del sito IlMacaco. Il tutto è accompagnato dal colorito racconto di Luca Mazzanti. Precedente1 di 1Successivo […]
4 Marzo 2014 alle 12:16
Ma le dimensioni esatte della vasca?
17 Marzo 2014 alle 17:11
Ciao. MI appresto a copiare la tua fantastica idea per il mio soggiorno! Hai forse delle istruzioni piu’ dettagliate da girarmi via mail ?
Molte Grazie e tanti complimenti!!
7 Agosto 2017 alle 22:14
ciao complimenti davvero per l’idea, ho messo in pensione da un anno il mio g5 ho trovato la tua idea bellissima se potevi dirmi qualcosa in più del progetto via mail te ne sarei grato misure del vetro ecc..o qualche consiglio utile soprattutto la base al posto dell’alimentatore cosa utilizzare
grazie
alberto