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Ne ho già parlato, brevemente, in un precedente articolo, ma voglio tornare sulla questione per darle più risalto, soprattutto dopo aver letto questa notizia.

Iniziamo dicendo una cosa che da fastidio a molti: la pirateria software, così come quella musicale, entro certi limiti è una normale valvola di sfogo fisiologica del sistema sociale umano. E’ sempre esistita, in proporzioni variabili, e sempre esisterà.

Detto ciò, ci sono fattori che vanno valutati alla luce del buon senso. Se parliamo di software molto costosi, è chiaro che se uno studente (o comunque chi non genera un reddito) scarica questi software invece di acquistarli, non dico che sia cosa buona e giusta, ma è  di certo abbastanza irrilevante dal punto di vista del mercato. Uno studente, comunque, non potrebbe mai permettersi di acquistare, che so, la suite Adobe CS completa, quindi direi che più che un danno è in realtà un vantaggio competitivo: tale studente, se poi per caso diventerà un professionista, utilizzerà certamente i software che ha imparato, e sono tanti bei soldoni quando si parla di uno studio con diverse postazioni.

E’ la vecchia, ma tuttora valida ipotesi della diffusione del software a mezzo pirateria.

Come dicevo in precedenza, però, al di là di considerazioni sul fatto che esistono alternative a basso costo per le funzioni principali di tutti i software che uno non potrebbe permettersi, bisogna tener conto anche del buon senso.

Arrivare a effettuare una modifica non autorizzata (e quindi, volenti o nolenti, con una probabilità, seppur minima, di danneggiamento) a un costoso strumento come iPhone solo per scaricare applicazioni che costano pochi euro senza pagarle, è veramente fuori da ogni possibile logica di difesa della pirateria. 

Autocitandomi: è da barboni, senza offesa per i senza tetto.

Dirò di più: obbligare gli sviluppatori e la stessa Apple a imbastire un inutile sistema di protezione anticopia, dedicando tempo e soldi, è un’assurdità che danneggia anche le persone che, onestamente, utilizzano i normali canali legali per procurarsi le applicazioni, oltre a chi usa il jailbreak in modo assolutamente lecito per espandere le funzionalità del proprio device invece che per non pagare i programmi.

Trovo assurdo anche, come fanno molti bloggers, scagliarsi contro Apple perchè “non protegge efficacemente gli sviluppatori dai pirati”. Chiunque abbia un minimo di sale in zucca e un paio di conoscenze informatiche, sa che non esiste una protezione efficace contro la pirateria…a meno di utilizzare protezioni fisiche, impossibili con il software scaricato da uno store virtuale.

Piccola variazione sul tema: circola nella Rete la notizia che alcuni hackers cinesi abbiano violato l’algoritmo di generazione dei codici delle iTunes Card, vendendo online a pochi dollari dei codici che accreditano molti soldi sugli account iTunes. 

Posto che sia vero e non una bufala (ci sono altri metodi per ottenere codici del tutto originali…senza usare soldi propri), questo è ancora più assurdo: perchè pagare per piratare delle canzoni che si trovano gratuitamente (tra l’altro anche a qualità superiore) sui circuiti di scambio p2p, con il solo risultato di danneggiare Apple e di rendere sempre più traballante il suo rapporto con le vampiresche major musicali?

Chi lo fa, oltre probabilmente a foraggiare non ben definite organizzazioni, è anche, passatemi il francesismo, un vero idiota.


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