IL MACACO: SOLO PER VERI MACACHI!
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Sono reduce da una strenua lotta contro l’assurdità informatica.

Ho dovuto aiutare una persona a compilare un questionario per fornire una (lunghissima) serie di competenze per una proposta di collaborazione a un’entità che non definisco.

Il questionario era in formato .doc, ma non un normale documento. Una cosa assurda, fatta di diverse caselle di testo, tabelle separate, e campi che dovevi cliccare, si apriva una finestra e potevi inserire la risposta, e così per diverse decine di domande.

Del tipo “Hai la partita IVA?” -> clicca sul campo, si apre, scrivi “Sì”, clicca OK.

Come se non bastasse, il file era talmente incasinato, evidentemente, che il povero programma di videoscrittura crashava ogni due per tre, e ho dovuto aprirlo diverse volte alla fine per riuscire a esportarlo in PDF.

Suggerimento: siamo nel 2010. Hai un bel sito web. Se proprio vuoi raccogliere tutti questi dati, cerca “form online” su Google.

Il prossimo lo stampo, lo compilo a mano e lo invio per posta. :D

Come sapete, il vostro macaco preferito è ormai da molti anni dipendente da Apple. Non potrei più fare a meno dei suoi prodotti, e se improvvisamente sparissero, sostituiti da tristi…quellealtrecosecheusanoinonilluminati, morirei dentro.

Quello che non sapete, a parte qualche amico vicino, e tutti quelli che mi seguono su Meemimarketta :P ), è che il vostro macaco preferito è stato a un passo da diventare anche dipendente di Apple. Mesi fa avevo inviato, per semplice gioco, la mia candidatura per la posizione di “Creative” nell’Apple Store che aprirà tra qualche mese a Milano (e non dirò di più sui divertenti rumors apparsi in questi ultimi tempi e pubblicati dai soliti noti ;) ). Inaspettatamente qualche settimana fa mi hanno contattato, e ho superato ben due colloqui, conoscendo i simpatici manager di Apple Store Roma e di quello della città meneghina, appunto.

(continua…)

Qualche giorno fa, come sempre all’ultimo momento causa la solita richiesta fuori tempo massimo, faccio partire il rendering di un video su Final Cut. Il progetto, seppur di breve durata, è piuttosto pesante sia per il numero di filtri sia per l’altissima risoluzione del materiale originario (catturato da schermo), quindi richiede un paio d’ore per la digestione, da parte del mio Mac. Tranquillo, lo lascio lavorare e mi rilasso ascoltando un po’ di musica dall’iPhone, e facendo altro.

(continua…)

Da molto tempo, purtroppo, nel mondo del lavoro, vige la naturale regolarità di ricorrere al meccanismo dello stage quando si ha bisogno di nuova forza lavoro, a causa sia del comportamento di molte aziende, sia di chi accetta questo ingranaggio schiacciasassi senza tentare strade diverse (io, a mio detrimento, l’ho fatto).

Lo stage nasce, storicamente, per introdurre i discenti, cioè coloro che sono nel percorso di formazione, alla realtà del mondo del lavoro. Un assaggio, formativo, di quello che troveranno, per non essere buttati nella giungla nudi e crudi. Ormai, invece, è diventato un modo, neanche tanto velatamente, per assumere gente che fa più o meno le stesse cose di un professionista, ma meno accuratamente e in modo meno efficace. Chissenefrega, costa poco! Aziende noncuranti del prodotto finale (per far fare esperienza ai giovani, ci sono altri modi, più dignitosi).

Ecco, un PC come quelli tanto sbandierati dai seguaci de I Mac costano di più” e “Il mio portatile l’ho comprato a 400 euro da Trony, sono ottimista!”, risponde agli stessi dogmi. In fondo, fa le stesse cose di un Mac. Beh, più o meno. Però costa poco!

Hello, I’m a Mac. ;)

Da una newsletter di annunci di lavoro:

Il candidato dovrà possedere le seguenti caratteristiche:
Esperienza riprese video
Precedenti esperienze nel ruolo di cameramen
Capacità di web designer
Competenze IT
Inglese fluente
Max 25 anni

Non commento. Chi sa cosa vuol dire professionalità, sa già cosa penso.
Ah, comunque, si scrive cameraman ;)

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